Supporto psicologico

La proposta si inserisce all’interno di un modello bio-psico-sociale di medicina (Engel, 70’) dove la malattia viene considerata non soltanto dal punto di vista biologico (disease), ma attraverso l’esperienza soggettiva (illness) e il significato sociale in essa contenuta (sickness). In tal ottica prendersi cura di un bambino ospedalizzato comporta il prendersi cura dell’intero nucleo famigliare e del contesto nel quale è inserito. Le dinamiche psicologiche, sociali e assistenziali vengono lette attraverso una visione integrata che comprende il bambino, il sistema famigliare e di cura nella sua globalità, al fine di coordinare le risorse disponibili attraverso l’intero sistema di rete. Per poter rispondere adeguatamente alle singole esigenze si rende necessario adottare un approccio multidisciplinare in grado di integrare la dimensione biologica con una prospettiva centrata sul paziente, così da poter garantire il diritto alla cura e assistenza a livello fisico e psicologico, come richiesto anche dalla Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla Carta europea dei diritti del malato. L’intento di questo progetto parte pertanto dalla consapevolezza dell’importanza di offrire al bambino e alla sua famiglia la miglior assistenza possibile durante il periodo di ospedalizzazione, sia in termini psicologici che attraverso l’individuazione di piani di intesa e di assistenza che siano il più possibile condivisi e condivisibili. L’obiettivo del progetto è quello di poter creare all’interno dell’Ospedale dei Bambini, attraverso l’attivazione di un’equipe di psicologi-psicoterapeuti, un supporto immediato, conseguente alla lettura di una necessità, per aspirare ad una continuità nella cura assistenziale dal momento della diagnosi al rientro a casa, in modo da non lasciare mai soli i genitori, i degenti e l’equipe medico-sanitaria in alcuni momenti delicati del percorso diagnostico ospedaliero.

 

Neonatologia e terapia intensiva neonatale

È attivo nel reparto di neonatologia e in TIN un progetto di sostegno psicologico e di accompagnamento alla coppia genitoriale, con la presenza di due psicologhe, 4 giorni alla settimana. Gli obiettivi di tale progetto prevedono di offrire alle famiglie uno spazio protetto in grado di accogliere sia i vissuti di smarrimento, ansia, paura, sia i bisogni di condivisione; sostenere il ruolo di genitori nell’assunzione della loro funzione di accudimento e attaccamento nei confronti del figlio; aiutare i genitori a riorganizzare nella loro mente quanto successo nelle ultime settimane e mesi, accompagnandoli in modo continuativo dal momento dell’ingresso in reparto al momento delle dimissioni ed infine prevenire ed identificare precocemente l’insorgere di “depressione post-partum” e altri disturbi che possono inficiare il rapporto col neonato. Le ore svolte in neonatologia e in TIN sono state 234. La Musicoterapia nell’ambito neonatale viene sempre più applicata come supporto e sostegno emotivo al nucleo familiare, con l’intento di offrire uno spazio dove sperimentare i primi scambi comunicativi con il proprio bambino, conoscerlo attraverso interazioni vocali e musicali, promuovendo così lo sviluppo neuro-comportamentale del piccolo prematuro. Gli studi più recenti hanno sottolineato l’attenzione sugli effetti della voce materna e genitoriale sul prematuro, considerando i benefici non solo per il neonato, ma per i genitori stessi. La voce della mamma rappresenta un elemento rassicurante e da valorizzare per instaurare una relazione con il piccolo che ha subito un distacco precoce e in alcuni casi traumatico. Infatti, l’intervento vocale precoce della mamma ha evidenziato la stabilizzazione e la variazione dei parametri vitali (frequenza cardiaca e respiratoria, saturazione dell’ossigeno, ritmi sonno-veglia e aumento dei livelli di ossitocina). Gli obiettivi del progetto di musicoterapia prevedono di sostenere i famigliari nell’elaborazione del trauma, di promuovere e creare momenti di scambio, di supportare lo sviluppo neuro-comportamentale del bambino e di sostegno al bonding e attaccamento della diade genitore-bambino.

 

Cardiologia pediatrica

Il progetto prevede l’inserimento della figura professionale dello psicoterapeuta all’interno dell’equipe di cura della Cardiologia pediatrica dell’Ospedale dei Bambini di Parma. L’assistenza psicologica rivolta ai bambini e agli adolescenti cardiopatici, ai loro genitori, così come ai genitori che hanno ricevuto una diagnosi prenatale di cardiopatia, è fondamentale per affrontare il parto e l’immediata cura del neonato, le cure ospedaliere, l’intervento chirurgico, la permanenza in ospedale, il rientro a casa, il reinserimento del bambino ma anche dell’intera famiglia (mamma, papà, fratelli, nonni) nella vita quotidiana. I principali obiettivi sono: preparare bambine/i e adolescenti, i famigliari all’intervento cardiochirurgico e/o al cateterismo, fornire supporto psicologico a bambine/i e adolescenti con cardiopatie congenite e ricoverati in reparto, ai loro fratelli, sorelle e genitori. L’assistenza psicologica ambulatoriale interviene su molteplici ambiti: attivazione del sostegno e preparazione all’intervento cardiochirurgico e alle procedure invasive per un ciclo di incontri prima del ricovero ed eventualmente anche nel post intervento, supporto psicologico nelle diverse fasi critiche dell’età evolutiva (passaggi di scuola, i rientri a scuola, problemi con i compagni, insegnanti, amici, genitori). Inoltre si interviene nella gestione delle problematiche emotive, comportamentali, relazionali (ansia, somatizzazioni, depressione, attacchi di panico) di bambini, adolescenti, adulti con cardiopatia congenita ed elaborazione di eventi traumatici. Le principali azioni per i pazienti già presi in carico sono le seguenti:

  • Il medico cardiologo e/o il personale infermieristico durante la normale attività di cura per il paziente cardiopatico, nel momento in cui ravvivasse l’emergere di difficoltà dal punto di vista psicologico, propone una presa in carico da parte dello psicologo
  • Lo psicologo contatta il paziente e la sua famiglia e programma un primo incontro e successivamente, dopo una fase di assessment, propone un percorso di sostegno psicologico. Le principali azioni per i nuovi pazienti invece sono:
  • Il medico cardiologo e/o il personale infermieristico propone di default un incontro con lo psicologo così da seguire passo passo tutte le fasi del processo di cura al fine di prevenire eventuali problematiche psicologiche ed intervenire qualora si verificassero
  • Lo psicologo contatta il paziente e la sua famiglia e programma un primo incontro e successivamente, dopo una fase di assessment, calendarizza degli incontri a seconda delle necessità dei singoli pazienti.

 

Degenza comune

Da Dicembre 2022 il progetto prevede l’inserimento della figura professionale dello psicologo all’interno dell’equipe di cura del reparto di degenza comune dell’Ospedale dei Bambini di Parma per tre giorni alla settimana, con una durata di tre ore ciascuno. Le principali azioni dello psicologo in pediatria sono:

  • Intervento psicologico individuale e familiare
  • Supporto emotivo a bambini e famiglie nel delicato momento dell’ospedalizzazione
  • Supporto alla genitorialità per sviluppare strategie efficaci per affrontare i problemi di comportamento dei loro figli e per promuovere un ambiente familiare sano e positivo
  • Formazione e consulenza al personale medico e sanitario per aumentare la consapevolezza sulle problematiche psicologiche dei bambini e per promuovere la prevenzione e il trattamento precoce del disagio.

Lo psicologo è a disposizione del personale medico-infermieristico per accogliere segnalazioni, indicazioni e chiarimenti relativi a situazioni specifiche rilevate per attivare percorsi di sostegno psicologico rivolti ai bambini e alle famiglie. Inoltre è disponibile ad accogliere direttamente le richieste di aiuto rivolte dalle famiglie e dai minori ospedalizzati. Nell’anno 2023 afferiscono a questo progetto anche i pazienti affetti da MAR ( malformazioni ano-rettali) e con interventi di chirurgia complessi con possibili esiti invasivi e invalidanti

 

Terapia intensiva pediatrica

La Terapia Intensiva Pediatrica (TIP) è un reparto di emergenza, dove si ricoverano pazienti pediatrici in condizioni critiche, che necessitano di cure intensive per trattare patologie che mettono a repentaglio la vita in modo acuto, per alterazione di organi o funzioni vitali. Per tale ragione questi pazienti necessitano un continuo monitoraggio e spesso procedure invasive. Le condizioni critiche dei piccoli pazienti ricoverati spesso impongono ai medici rianimatori di prendere decisioni difficili, a volte in brevissimo tempo. Un tempo che è imprevedibile e non programmabile anche per i genitori, i parenti, i pazienti (quando coscienti), i quali devono imparare a fare i conti con l’incontrollabile, con i tempi lenti. Nel peggiore dei casi, anche con la morte. Considerando questi fattori, e non sono tutti, viene già facile immaginare quanto possa essere di aiuto un sostegno psicologico costante per chi vive la realtà di questo reparto, indipendentemente dal ruolo che ricopre. È importante sostenere psicologicamente chi quotidianamente fa i conti con l’emergenza, con il dolore sia emotivo che fisico, con l’incertezza, con il lutto. A tale scopo è utile la presenza di una figura professionale quale lo psicologo-psicoterapeuta per aiutare e sostenere i pazienti, ma soprattutto i famigliari, nell’affrontare una situazione tanto critica quanto, spesso, “inaspettata”. In queste situazioni emergono comprensibilmente vissuti di choc, smarrimento, negazione di quanto sta accadendo. Diventa quindi importante contenere i vissuti emotivi che emergono, aiutare le persone ad individuare risorse utili ad affrontare l’avversità del momento, facilitare una prima elaborazione del trauma, se presente. Al tempo stesso è importante sostenere chi lavora tutti i giorni in condizioni di emergenza, favorendo la cooperazione, l’emergere dei bisogni, la condivisione dei vissuti, l’elaborazione del lutto. Per quanti si pensi comunemente ed erroneamente che “ci si abitua”, non è così. I vissuti emotivi non affrontati e non adeguatamente elaborati creano vuoti e distanze, che a loro volta interferiscono con il lavoro. Per tali motivi diventa importante non tralasciare questo aspetto.

OBIETTIVI:

  • Sostenere i pazienti e i famigliari nella gestione di una situazione di emergenza
  • Individuare i bisogni dei pazienti e dei famigliari
  • Facilitare l’elaborazione dei vissuti emotivi che emergono in situazioni di emergenza e stress
  • Accompagnare i pazienti e i famigliari nel percorso di recupero
  • Facilitare l’elaborazione del trauma, se presente
  • Facilitare l’elaborazione del lutto
  • Sostenere il personale medico-infermieristico nella gestione dei vissuti emotivi emersi

MODALITÀ:

  • Colloqui di supporto e sostegno psicologico tre volte a settimana
  • Colloqui personali su richiesta da parte dei pazienti, famigliari e/o personale sanitario.